Skip to main content
Non c’è Chianti Classico Marathon senza vino Chianti Classico: ma, appunto, di che vino stiamo parlando…?

Chianti Classico è il vino prodotto nella zona di origine chiamata “Chianti”. Tutti dicono così ma abbiamo davvero capito cos’è e dov’è? Dal punto di vista storico-geografico esiste solo il termine Chianti: una vasta superficie che copre quasi la metà della Toscana tra le province di Firenze, Siena Arezzo e Pisa.

E’ stato nel 1716 che il Granduca Cosimo III delimitò i confini della zona di produzione del Chianti tra Firenze a Siena  e precisamente Greve, Panzano, Radda, Gaiole e Castellina ma con il passare de tempo la notorietà aumentava sempre di più, la domanda superava l’offerta e di conseguenza anche la zona di produzione si ampliò a più del doppio!

Nel 1932 finalmente viene aggiunto Il suffisso “Classico” che distingue il vino Chianti Classico dal vino Chianti: due DOCG differenti tra loro, con un disciplinare, una zona di produzione e Consorzi di tutela diversi.

Infatti la zona di produzione del Chianti Classico è tutto il territorio dei comuni di Greve, Castellina, Gaiole, Radda in Chianti, parte del territorio dei comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano, Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga e pochi ettari nel comune di Poggibonsi, ossia il vino di prodotto nella zona di origine di cui accennato poco fa. Invece le sottozone del Chianti sono Colli Fiorentini, Montalbano, Rufina, Montespertoli, Colli Aretini, Colline Pisane e Colli Senesi.

Vogliamo passare alle etichette? Qui è più semplice ma è importante far chiarezza anche in questo in quanto nel 2013 si è aggiunta una nuova etichetta per valorizzare ancora più l’espressione del terroir.

Le tipologie sono tre con caratteristiche chimiche e organolettiche diverse: Chianti Classico d’annata; Chianti Classico Riserva; Chianti Classico Gran Selezione (dal 2013).

Il Chianti Classico porta la “firma” del Sangiovese per almeno l’80% (ma anche utilizzato in purezza). Al blend del Chianti Classico possono contribuire altri vitigni, esclusivamente a bacca rossa, a partire da quelli autoctoni, come Canaiolo Nero e Colorino, ma anche dai principali vitigni internazionali, leggi Merlot e Cabernet Sauvignon.

La Riserva è sempre stata un’etichetta che in tutti questi anni di “stappar bottiglie” nel mio ristorante e non solo, mi ha sempre regalato grandissime gioie e sorprese! Proprio qualche giorno fa mi sono stappata una Riserva del 1971: bottiglia di grandissima bevibilità e soddisfazione con 45 anni molto ben portati!

La Gran Selezione si pone al vertice della piramide qualitativa della DOCG, solo vini di gran pregio da uve provenienti da singola vigna o selezionate tra i vigneti più vocati dell’azienda. La si può degustare dopo non prima di 30 mesi d’invecchiamento di cui almeno tre in bottiglia.

La grande versatilità del Chianti Classico consente l’abbinamento con numerose ricette e tipi di cucine anche se c’è sempre… un Chianti Classico per ogni gusto!

Natascia Santandrea (www.latendarossa.it)

Tratto da WeChianti.com

Leave a Reply